Shakespeare in siciliano. È il ritorno del Bardo nella sua Messina, dove alcuni sostengono che sarebbe nato?

1418833309_Otello_Pirrotta,LoCascio_fotoParrinelloMILANO, mercoledì 21 gennaio   
(di Paolo A. Paganini) UN PO’ DI FANTA-STORIA – Un certo Michelangelo Florio, un messinese di precoce ingegno, studioso e versato alle lettere, benestante, di famiglia calvinista, amico e allievo di Giordano Bruno (bruciato sul rogo nel 1600), fu costretto a fuggire con la famiglia dalla sua Messina, perseguitato dalla Santa Inquisizione dopo la condanna di eresia.
Nel 1579, questo Florio scrisse “Tantu traficu ppi nenti”.
Cinquant’anni anni dopo apparve “Tanto rumore per nulla”…
Torniamo al messinese. Ramingo di città in città, Florio giunse con la famiglia a Tresivio, in Valtellina (oggi in provincia di Sondrio, con un grandioso Santuario detto della Santa Casa di Loreto: bellissimo, imperdibile). Questo piccolissimo paese ospitò la famiglia Florio in un palazzetto del Trecento, chiamato Ca’ Otello. Qui, secondo una leggenda locale, un condottiero veneziano, ser Otello, strangolò la moglie per gelosia, poi risultata innocente.
Toh, sembra l’Otello di Shakespeare!
Qui, a Tresivio, Florio si sarebbe innamorato della figlia sedicenne d’un nobile milanese, che si chiamava Giulietta e che morì suicida. Ci ricorda qualcosa?
Il giovane riparò quindi in Inghilterra, dove avrebbe preso il nome della madre, Gugliemina Crollalanza, o Crollalancia, che, tradotto letteralmente in inglese, al maschile, Guglielmina sarebbe diventata William, Crolla sarebbe stato tradotto in Shake, e Lancia in Speare. Ed ecco, dunque, con un semplice giochino linguistico, la trasformazione di Michelangelo Florio in William Shake-speare.
E ancora. A Londra, Shakespeare frequentava un Club. Ma nell’elenco dei soci non figura nessun Shakespeare. Risulta invece registrato Michelangelo Florio. Mah.
Se questo è il mistero svelato della vita di Shakespeare, tra l’altro spiegherebbe un’altra singolare stranezza. Ben 15 delle sue 37 opere dimostrano una straordinaria conoscenza dei posti italiani (Venezia, Verona, Milano, Messina eccetera), da Romeo e Giulietta a I due gentiluomini di Verona, da Sogno di una notte di mezza estate a Il mercante di Venezia, da La bisbetica domata a Misura per misura). Per uno nato a Stratford-on-Avon questa conoscenza della Penisola suona davvero singolare!
Insomma, Michelangelo Florio, nato a Messina il 23 aprile 1564 (guarda un po’, la stessa data di nascita di William Shakespeare) era proprio il Bardo?

VENIAMO ALLO SPETTACOLO

Queste, ed altre singolari annotazioni, tra storia aneddoti e curiosità, sono dovute a un’appassionata ricerca, fatta, alcuni anni fa, dal messinese Martino Iuvara, di Ustica, professore di Lettere e Filosofia all’Università di Palermo – si veda anche “Shakespeare era italiano”, stampato per i tipi della Kromatografica di Ispica, Ragusa, nel 2002, dello stesso Iuvara – del quale già ebbi modo di occuparmi in passato, e che ora ho rivangato con solluccherevole piacere, in occasione della rappresentazione di un “Otello” di Luigi Lo Cascio (anche interprete e regista), ispirato a Shakespeare, in “lingua siciliana”, al Piccolo Teatro Strehler, con Vincenzo Pirrotta (Otello), Lo Cascio (Iago), e inoltre Valentina Cenni (Desdemona) e Giovanni Calcagno (Il soldato).
Dunque, se le cose sono andate come ipotizzato, Shakespeare in lingua siciliana, rielaborato da Lo Cascio, potrebbe ora suonare come una specie di celebrazione del figliol prodigo tornato a casa. E la festa è giustamente allestita proprio con una storia della giovinezza di Florio-Shakespeare, con una storia di amore e morte, di gelosie e ambizioni, di intrighi e di sangue. La storia di Otello insomma, una storia siciliana, recitata in un’ora e cinquanta senza intervallo, nella maxi-sala Strehler del Piccolo Teatro, in un intimistico gioco a quattro da teatro da camera. Per uscire dalle secche di questa ristrettiva definizione, lo spettacolo è “gonfiato” con scenografia (spoglia e buia), costumi e, soprattutto, animazioni che richiamano i test di Rorschach, metodo proiettivo di macchie come studio della personalità. E qui di studio sulla personalità di Otello ce n’è da scrivere interi trattati di psicologia. Povero e sprovveduto Otello, rude uomo d’arme, eroico, generoso e così ingenuo, così poco conoscitore dei doppigiochismi di Palazzo, degli intrighi di corridoio.
Irretito nella tela di ragno dell’“onesto Iago”, Otello perde il lume della ragione, dà fuori di matto, ha crisi epilettiche. La sua vita, prima, nella certezza dell’amore di Desdemona, era tutto. Ora nella “certezza” del suo presunto tradimento perpetrato con l’incolpevole Cassio, colpa d’un malandrino fazzoletto smarrito e finito in mani sbagliate, diventa una vita d’inferno, che tutto travolge, amore rispetto dignità amicizia, fino ad arrivare alle verità dei massimi sistemi, che le donne, cioè, son tutte buttane, eccetto mamme e sorelle. Il lavoro di Lo Cascio affronta curiosamente anche le tecniche della psicoterapia, dimostrando come il cinismo di Iago fossero determinati da un terribile shock: la scoperta della mamma a letto con l’amante… Ah, i traumi giovanili. E infine, dopo strangolamenti ed altre vicende conosciute ma sottintese, la lacrimevole istoria si conclude con il volo dell’Ippogrifo ariostesco sulla luna, dove nell’ampolla non si trova più il senno smarrito di Otello, ma le lagrime di Desdemona (ammesso che c’entri qualcosa…)
I quattro attori, citati sopra, sono bravi, soprattutto nel parossismo degli eccessi. Intorno al forsennato agitarsi di Otello (applaudito anche a scena aperta) tutti si muovono con affascinante sicurezza. Il testo di Lo Cascio, ora in lingua sicula ora in italiano ed endecasillabi, offre qualche motivo di piacevole interesse letterario. Ma, se l’autore palermitano intendeva competere con Shakespeare, poteva lasciar perdere. Se invece, come abbiamo accennato, è l’orgoglioso tributo d’un conterraneo all’ipotesi di sicilianità di Shakespeare, accettiamolo come tale. Ma fermiamoci qua.

“Otello”, di Luigi Lo Cascio (anche regia), da Shakespeare. Al Piccolo Teatro Strehler, Largo Antonio Greppi 1, Milano – Repliche fino a domenica 1 febbraio.

Tournée

4/5 febbraio: Casale – 7/8 febbraio: Pisa – 9 febbraio: Correggio – 11/15 febbraio: Trieste – 18/22 febbraio: Brescia – 24 febbraio: Varese – 26 febbraio/1 marzo: Prato – 3 marzo: Massa – 7 marzo: Bra (CN) – 11 marzo: Nichelino (TO) – 17/29 marzo: Roma.