MILANO, giovedì 12 luglio – (di Paolo A. Paganini) – I concetti Comunità, Appartenenza, Aggregazione vengono da lontano. Nel senso che scrittori, saggisti e drammaturghi, filosofi e politici ne sono sempre stati affascinati e convinti assertori.
Gli antichi greci in tutta l’Ellade frequentavano un luogo privilegiato, l’agorà, dove si celebravano fasti e nefasti.
I grandi oratori romani facevano tuonare la loro voce trascinatrice dal Senato.
E, in epoca cristiana, i pulpiti delle chiese videro l’eloquenza dei grandi predicatori, da Bernardino da Siena a Savonarola. E poi ci pensarono i teatri a riunire gente gaudiosa, vedi i vari Campielli goldoniani o le più sobrie Botteghe dei caffè. E poi gli stadi, ma sì, mettiamoci anche questi. Fino a un diluvio universale che sconvolse tutto quello che conoscevamo del passato. E ci risvegliammo, meno vergini e meno felici, in mezzo a un mondo di invasivi bussolotti tv, in una impudicizia di spensierate banalità, in un dilagante imbarbarimento linguistico, con tanti afoni della grammatica, che tuttavia s’intestardirono a svuotare sempre più i sacri valori della parola, perfino parole come vita, amore, fede, morte, in nome di messaggistici capolavori di stupidità in pillole.
E così in un irrefrenabile “progresso” tecnologico, si sono sviliti sempre più gli antichi e confortanti concetti di Comunità, Appartenenza, Aggregazione, svuotati, derubati della loro reale ricchezza di rapporti interpersonali. Eppure, non c’è uomo di cultura che non lamenti la crisi della parola, collante di ogni comunità, condizione necessaria di ogni appartenenza, strumento indispensabile a ogni umanissimo concetto di aggregazione.
In altre parole la gente non si parla più, o sempre meno. Le famiglie sono in crisi, la scuola ha perso la sua autorevolezza, i pulpiti e i banchi delle chiese rimangono in polveroso abbandono. Amen.
Ben venga, dunque, un Festival dedicato al concetto di Comunità, come portatore di libertà e tolleranza, per tentare di escogitare qualche strumento in più per aiutare a capire, e a farsi capire, e a interpretare i segni della nostra contemporaneità, e recuperare il valore della parola.
Di per sé, il Festival in questione non ha lati oscuri o esoterici o esclusivisti, nè vuol essere portatore di rivoluzionari messaggi, vuol essere soltanto (da 15 anni!), un illuminato invito alla conoscenza e al dialogo. Quasi una missione. Gli viene riconosciuta fin da quando s’è imposta come il primo festival in Europa dedicato alla creatività e alla nascita delle idee. Il concetto di Comunità, dunque, fa da filo conduttore a una più grossa e importante titolazione: Festival della Mente.
Si svolge a Sarzana dal 31 agosto al 2 settembre con la direzione di Benedetta Marietti. Ed è stato presentato, a Milano, nell’incanto architettonico di Palazzo Atellani, all’ombra di Santa Maria delle Grazie.
Il Festival, in una articolata e composita programmazione, vede trentanove incontri: per esplorare, attraverso punti di vista molteplici, proposte originali e discipline diverse, relative al concetto di Comunità.
«Il concetto di “comunità” da una parte ha l’ambizione di riuscire a cogliere quello che è lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, dall’altra può essere declinato in modi diversi, riflettendo così la multidisciplinarietà della manifestazione» spiega Benedetta Marietti «Cosa significa nel mondo attuale la parola “comunità”? Se ne sente ancora il bisogno? E si riuscirà a mantenerne intatte le caratteristiche principali: solidarietà, appartenenza, rispetto e libertà? Attraverso la pluralità e l’eterogeneità delle voci di scienziati, umanisti, artisti, e una divulgazione leggera e appassionante, il Festival della Mente cercherà anche quest’anno di trasmettere l’emozione della condivisione del sapere e di fornirci gli strumenti per interpretare la realtà di oggi, sempre più sfuggente e contraddittoria».
Il programma prevede sempre una sezione per bambini e ragazzi, un vero e proprio festival nel festival con 20 eventi e 4 workshop didattici, curato da Francesca Gianfranchi e realizzato con il contributo di Crédit Agricole Carispezia.
Come ogni anno, linfa del festival saranno i 500 giovani volontari, molti dei quali coinvolti in un progetto di alternanza scuola-lavoro, che con generosità contribuiscono a creare quel clima di festa e condivisione che si respira nelle piazze e nelle strade di Sarzana durante il Festival
Informazioni e prevendite (dal 13 luglio):
www.festivaldellamente.it