(di Patrizia Pedrazzini) In un piccolo paese siciliano, all’uscita da scuola, Luna, una ragazzina di tredici anni, segue furtivamente Giuseppe, un suo compagno di classe, tenendo in mano la lettera che gli ha scritto, e nella quale gli parla del suo amore per lui. Il ragazzo imbocca un sentiero in un bosco, lei lo pedina, convinta di non essere vista. Ma Giuseppe l’ha vista benissimo, anche lui prova simpatia per lei e insieme arrivano a un maneggio, dove lui si allena. Lei lo osserva ammirata mentre, a cavallo, salta gli ostacoli. Poi lui la raggiunge, lei gli consegna la lettera, lui le dà un tenero bacio e le chiede di aspettarla mentre torna un attimo alla scuderia. Ma Giuseppe, da quel momento, scompare nel nulla.
Inizia così, come una storia d’amore fra adolescenti, “Sicilian Ghost Story”, secondo lungometraggio (dopo “Salvo”, del 2013) dei palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Per utilizzare le parole dei due stessi registi, “una favola in una Sicilia mai esplorata prima, una Sicilia sognata. Un mondo dei Fratelli Grimm di foreste e orchi”, ancorché in collisione con la realtà. Ecco, se questo era l’obiettivo, francamente non ci pare sia stato centrato in pieno. C’è ben poco dei fratelli Grimm nel film: non bastano una casa di morte nel bosco, i toni bui, la paura e il coraggio di due bambini, a evocare “Hansel e Gretel”. In realtà, c’è molto di più delle atmosfere dei due narratori tedeschi in “Sicilian Ghost Story”. C’è la tragedia greca con i figli che pagano per le colpe dei padri, c’è il mito di Orfeo ed Euridice con la discesa all’Ade (qui un oscuro lago, le caverne e il sottosuolo che sembra vibrare), c’è l’ineluttabilità del Fato, contro il quale nemmeno l’amore più puro può combattere. E non sarà un caso che proprio una piccola civetta diventi la silenziosa compagna di Luna, apparendole accanto nei momenti chiave, anzi agendo quasi da messaggera in una delle ultime scene. E c’è la Sicilia, bella sì, con gli scheletri dei suoi templi che brillano al sole, con le onde spumeggianti del suo mare omerico, ma anche spaventata e omertosa, che non sa e non vuole parlare, che preferisce non vedere. Perché Giuseppe non è scomparso nel nulla: suo padre è un pentito, e il ragazzino è stato rapito nell’intento di costringere l’uomo a non parlare. E se qualcosa di buono e giusto in questo scorcio di mondo nero e crudele è rimasto, è il sentimento pulito e sincero che lega i due giovanissimi protagonisti (Gaetano Fernandez e Julia Jedlikowska): lei che lotta contro tutto e tutti per ritrovarlo, lui che sopravvive leggendo e rileggendo all’infinito, legato e rinchiuso in uno scantinato schifoso, la sua lettera.
Ecco, questa Sicilia, dura e terribile, che non lascia spazio a vie di fuga (se non forse nel finale, ma pur sempre all’interno di quell’atmosfera sospesa fra la realtà e il sogno che attraversa tutto il film), senza amore né pietà, è la vera protagonista della pellicola. La quale, di fatto, riesce a mischiare molto bene generi diversi (il sociale, il fantastico, il romantico) e ad evidenziare problematiche attuali e quotidiane (la crisi adolescenziale, il difficile rapporto con i genitori, la solitudine dei ragazzi). Ma all’interno di una tragedia più grande e che tutto fagocita, progredendo di pari passo, lentamente e carica di angoscia, con lo svilupparsi della vicenda.
Alla fine, superata non senza sofferenza una delle scene più crude e spietate del film (e non solo di questo), la sensazione è che il lavoro di Grassadonia e Piazza – scelto peraltro per inaugurare la “Semaine de la Critique” a Cannes), al di là degli aspetti “favolistici” che onestamente ci sembrano minimi, non sia nemmeno tanto un film contro la mafia (come pure è), quanto un film contro l’uomo e le sue aberrazioni, contro la sua profonda disumanità.
Come spiegano i titoli di coda, la pellicola è ispirata e dedicata alla vicenda di Giuseppe Di Matteo, il tredicenne rapito un giorno del 1993 ad Altofonte, vicino a Palermo, nel tentativo di far tacere il padre, collaboratore di giustizia ed ex mafioso.
“Sicilian Ghost Story”, la favola triste di due ragazzini e del loro sventurato amore. In una Sicilia tragica. Bella e terribile
19 Maggio 2017 by