AQUISGRANA (Germania), mercoledì 10 febbraio ► (di Carla Maria Casanova) Per quanto curioso possa sembrare, è la prima volta che dalla Germania è arrivato un invito ad un regista italiano per mettere in scena un’opera di Wagner. È pervenuto dal Teatro di Stato di Aquisgrana – Das Theater der Stadt Aachen – per “Tannhäuser”. Il regista prescelto è Mario Corradi. Lo spettacolo ha ottenuto un successo strepitoso, avrà dieci repliche diluite fino a maggio.
Tannhäuser è l’opera più tormentata di Wagner che, passata la prima di Dresda (1845) e le rielaborazioni per Parigi e Vienna, ancora 38 anni dopo, a Venezia, oramai vicino alla morte, si interrogava su possibili rifacimenti. Ispirato da saghe e leggende nordiche, è il primo dramma musicale wagneriano in grande stile e tutto è posto al servizio di una sola fondamentale idea: scomunicato dal mondo e dalla Chiesa, Tannhäuser potrà essere redento dai suoi peccati solo dall’amore puro della casta Elisabetta.
Idea magari non originalissima, ma ci pensa Wagner a rendere le cose contorte.
Tanto per cominciare, introduce la dea pagana Venere a scompigliare i sentimenti. Per affrontare l’argomento, Corradi ci ha pensato un po’. Uomo di grande cultura (toscano di nascita, laurea in filosofia a Milano e a Yale, sette lingue parlate, cattedra di storia delle religioni alla Cattolica, poi stage teatrali, assistente di J-P Ponnelle e Ken Russell, uno sterminio di regìe nei luoghi più impensabili, dalla Mongolia, alla Cina, all’Armenia), Corradi è anche fissato sul raziocinio e sui riferimenti storici. Cosa che, oso dire, è l’antitesi dell’opera, dove accade tutto e il contrario di tutto senza che nessuno se ne dia pensiero. Ma per Corradi occorre sempre un filo rosso plausibile. Il bello è che lo trova.
Per Tannhäuser ha spostato l’azione agli anni ’50, introducendo le celebrazioni dello storico Anno Santo con proiezione del film Luce Rai (Pio XII, apertura Porta Santa ecc). Il protagonista qui è un sacerdote tormentato dalle solite, fatali tentazioni e chi meglio poteva incorporarle se non una Venere/Marilyn Monroe? Tutto si inserisce talmente a meraviglia che ci si domanda come mai nessuno ci abbia pensato prima. Un successo. Anche l’impianto scenico e gli impeccabili vestiti d’epoca (dovuti al talento di Italo Grassi) hanno perfetta funzione teatrale.
A questo punto occorre sottolineare che Corradi è un lavoratore indefesso e in Germania ha trovato pane per i suoi denti. Basti dire che durante le 8 settimane di prove, è sempre stato presente anche il coro, cantando “in voce” (istruttore del coro è la valente toscana Elena Pierini).
Cast musicale di eccellenza, a cominciare dal direttore (stabile del Teatro) Kazem Abdullah. Musicista di grande sensibilità ha tratto dall’orchestra suoni belli e organizzati con talento e magìa.
Protagonista di formidabile temperamento espressivo il tenore Paul Mc Namara; bellissima come di dovere, e anche brava, Sanja Radišić (Venere); voci straordinarie quelle di Linda Ballova (Elisabetta) e del possente basso Woong-jo Choi (Hermann). Perfetti nelle rispettive parti Hrólfur Saemundsson, John Zuckerman, Pawel Lawresuk.
Intanto, fuori, per le strade, impazzava il Carnevale: tutti, dico tutti, in maschera. Paese che vai.
“Tannhäuser”, di Wagner. Das Theater der Stadt Aachen – Aquisgrana (Aachen), Germania. – Repliche: 21, 28 febbraio; 6, 13 marzo; 2, 30 aprile; 16, 26 maggio.