TEATRO/ prime: “Sette spose per sette fratelli”, cioè il Ratto delle Sabine versione western, e dura da sessant’anni!

Sette spose per sette fratelli (6)MILANO, venerdì 12 dicembre   
(di Paolo A. Paganini) C’era una volta, tanto tempo fa, diciamo nel 753 avanti Cristo, un certo Romolo che, avendo del tempo, fondò Roma. Poi s’accorse che, vuota com’era di donne, bisognava popolarla. Ma dove trovare la materia prima? Romolo organizzò a Roma una grande festa (fin da subito aveva capito quanto conta nella Capitale che nella vita dare generosamente panem et circenses, e magari ricavarne qualche affaruccio, ma è un discorso di qualche anno dopo). Accorsero così i popoli vicini, compresi i Sabini con le loro donne. I Romani de Roma non ci pensarono un secondo, rapirono le Sabine, lasciando però (ah, l’innato senso della giustizia) le maritate ai legittimi consorti. Inoltre Romolo promise alle fanciulle diritti civili e proprietà. E lui stesso diede l’esempio prendendo moglie. Plutarco stimò che le verginelle rapite non fossero meno di ottocento, che si accasarono senza tante storie.
Bene, ora facciamo un giochino. Trasportiamo la vicenda nell’Oregon, a nord della California, nel 1850, e facciamo che sette fratelli, rudi e grezzi tagliaboschi, soli fra le sperdute montagne, sentissero voglia di muliebri compagnie. Eh, gl’inverni sono lunghi! Che fare?
Andarono nel più vicino paese in un dì di festa e si caricarono in spalla senza tante storie sette illibate fanciulle eccetera eccetera. Il ratto delle Sabine, insomma, formato western, che Stanley Donen, con un bel cast di ballerini acrobati attori cantanti, celebrò sul grande schermo, nel 1954. Divenne uno dei più celebri musical comedy targato MGM.
Da lì se ne trasse una versione teatrale che, da allora, gira il mondo. Ed è da sessant’anni che dura il matrimonio di “Sette spose per sette fratelli”. E sempre con rinverditi successi, grazie anche alle canzoni di Johnny Mercer e Gene de Paul.
Ora il musical è al Teatro Nuovo, in versione italiana firmata da uno specialista del musical, Massimo Romeo Piparo. In scena, tra atmosfere country da Far West con le scene di Teresa Caruso, si muovono, tra salti balli e scazzottate, una ventina di interpreti, tra i quali, due per tutti, ameno citeremo i veterani del genere Roberta Lanfranchi, nel ruolo di Milly, la… prima Sabina del capo, che qui è il rude e autoritario Flavio Montrucchio. Applauditissimi entrambi. Non ci sono voci eccezionali, ma il microfono aiuta, e soprattutto sono compensate da uno straordinario vitalismo, da un giovanile trionfo di generose prestazioni, per quasi tre ore senza intervallo, in vorticosi cambi di scena. Grandi applausi, anche a scena aperta, e gaudiosi consensi alla fine per tutti.

“Sette spose per sette fratelli”, dal celebre film del 1954, versione italiana di Massimo Romeo Piparo, con Flavio Montrucchio e Roberta Lanfranchi. Al Teatro Nuovo, Piazza San Babila, Milano. Repliche fino al 6 gennaio 2015