LOCARNO, lunedì 6 agosto ► (di Marisa Marzelli) Sotto la cappa del caldo il 71mo Festival di Locarno ha superato il primo weekend di proiezioni. Sabato e domenica si sono visti due film americani, entrambi in uscita a settembre nelle sale cinematografiche italiane. Si tratta dell’action The Equalizer 2 – Senza perdono di Antoine Fuqua (venuto ad accompagnare di persona la sua opera) e di Blackkklansman di Spike Lee, vincitore all’ultimo Festival di Cannes del Grand Prix della Giuria.
Un curioso elemento lega queste due opere molto diverse (The Equalizer 2 è il sequel di un lavoro a sua volta ispirato a una serie tv degli anni ’80, mentre Blackkklansman è un’opera militante in puro stile Spike Lee): il film di Fuqua è interpretato da Denzel Washington, l’altro da suo figlio John David. Nel secondo capitolo di The Equalizer Denzel Washington è di nuovo l’ex-agente segreto McCall ritiratosi a vita privata ma che dovrà tornare in campo impugnando le armi per combattere assassini e corrotti.
Questa quarta collaborazione tra la star e il regista Fuqua (dopo Training Day, il primo The Equalizer e il remake de I magnifici sette) non va oltre il film d’azione ben confezionato, dove però la sceneggiatura non ha grande importanza e sembra rappresentare solo l’occasione per realizzare scene di grande impatto visivo. Anche Denzel Washington non sembra coinvolto più di tanto.
Altro discorso per Blackkklansman, con uno Spike Lee in gran forma. Biografia, dramma, commedia, parodia per raccontare un’incredibile storia vera risalente agli anni ’70. Quando un poliziotto afro-americano s’infiltrò con l’aiuto di un collega di religione ebraica nelle fila del Ku Klux Klan di Colorado Springs. Nello sberleffo del regista newyorkese, i sostenitori della supremazia bianca dei tempi di Nixon parlano come il presidente di oggi: affascinati da “America first”, ripetono lo slogan in continuazione.
Film forse sin troppo parlato ma molto ricco sia tematicamente che nella forma, Blakkkansman ripropone l’eternamente irrisolta questione razziale negli States (sul finale le violenze a Charlottesville dell’agosto 2017) e ritaglia per Harry Belafonte un cameo in cui rievoca un linciaggio avvenuto nel 2017. Domenica, prima della proiezione serale del film di Spike Lee, è stato ricordato il 70mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Intanto proseguono le proiezioni dei film in concorso. Tra i vari titoli, sono stati ben accolti l’opera prima di fiction dello statunitense Kent Jones (opera molto matura, dato che il regista è tra l’altro direttore del New York Film Festival e come produttore esecutivo figura Martin Scorsese) Diane, ritratto di una signora anziana; il rumeno Alice T., ritratto di una ragazza dai capelli rossi; Ray&Liz,opera prima che l’inglese Richard Billingham (più noto come fotografo) dedica ai propri genitori.
Venerdì sera, nonostante una dispettosa pioggia temporalesca che ha costretto a trasferire la cerimonia al coperto, l’attrice Meg Ryan ha ricevuto il premio Leopard Club. La protagonista di deliziose commedie come Harry, ti presento Sally e Insonnia d’amore si è confermata una diva della porta accanto. Discreta e sorridente.