MILANO, giovedì 21 febbraio ► (di Carla Maria Casanova) Sono i tre grandi pittori veneti del Cinquecento: Tiziano, Tintoretto, Veronese. Dove Tiziano Vecellio, originario di Pieve di Cadore, naturalmente impera, è “il” maestro, l’immenso. E Paolo Caliari, detto il Veronese dalla città natale, è il pittore elegante, sontuoso, amato dall’aristocrazia, quello che affresca la villa di Maser.
E Jacopo Robusti detto il Tintoretto da suo padre tintore di panni, nato e vissuto per tutta la vita a Venezia, che non lasciò nemmeno quando infuriò la peste che ridusse la popolazione di un terzo? Tintoretto cui si deve la più vasta tela esistente al mondo (il Paradiso della sala del Maggior Consiglio, di Palazzo Ducale, lunga 22 metri e alta 7, composta dall’assemblaggio di 50 pezzi e con 500 personaggi)?
Già, il Tintoretto.
Sarà ora di mettere in chiaro. Ci ha pensato alcuni anni fa Melania Mazzucco, con il suo “torrenziale” romanzo, “La lunga attesa dell’angelo”, e ci ha ripensato adesso, nel quinto centenario della nascita del pittore, producendo un docu-film (esclusiva produzione internazionale di Sky arte) sul “genio furioso e rivoluzionario che ha cambiato la storia dell’arte”.
Il film “Tintoretto. Un ribelle a Venezia”, durata due ore esatte, voce narrante Stefano Accorsi, partecipazione straordinaria del regista Peter Greenaway, sarà in distribuzione in Italia nei giorni 25, 26 e 27 febbraio. Poi verrà distribuito nei cinema del mondo.
Non si capisce perché, in Italia, non abbia l’onore degli schermi per una settimana, un mese o un anno (meglio ancora due o tre).
È un racconto appassionato della vita dell’artista e una rassegna formidabile delle sue opere, descritte nei dettagli. Da non perdere assolutamente.
Dunque il Tintoretto (1519-1594), genio misterioso e anticonformista, carattere ispido dalle mosse imprevedibili, lavoratore indefesso e velocissimo (pare abbia lasciato 400 opere, alcune di proporzioni gigantesche) talmente appassionato della pittura da dribblare i colleghi presentando, a concorsi e progetti di commissioni, il prodotto già finito, allorché era richiesto solo un disegno “indicativo”. Così si aggiudicò parecchie committenze, vedi la celeberrima Scuola di San Rocco, suscitando ire e sdegni. Ma molti ordini gli furono negati e scippati da altri, per esempio da Tiziano, che lo ostacolò pesantemente. Subì tradimenti e vessazioni, perse molte battaglie. Vinse però la sua guerra.
Tintoretto è un innovatore assoluto. Anziché la pomposa maestà di scene e ritratti statici, sceglie la profondità, il movimento, la provocazione. I suoi personaggi sono gente comune, come farà Caravaggio. E, come Caravaggio, Tintoretto si ingegna per trovare nuove sorgenti di luce, drammatiche e violente. Solo che Caravaggio arriva un secolo dopo.
Jacopo è uomo irrequieto (il Vasari lo definirà terribile) ma non sregolato. Avrà sette figli (tre pittori come lui, di cui Marietta, la figlia adorata, illegittima, avuta da una straniera prima di sposarsi. Della sua morte prematura il padre non saprà mai consolarsi). La bottega di Tintoretto gli sopravvive per opera del figlio Domenico, che terminerà molti suoi lavori (non così quella di Tiziano, a causa di beghe tra gli eredi). Tintoretto è mosso da una grande fede in Dio e tutta la sua pittura lo canta a gran voce. Non dipinge per accumulare ricchezze, anzi, spesso lavora gratuitamente (altro modo per assicurarsi gli incarichi): per lui è importante dipingere, a qualsiasi costo.
La sua casa, e il suo studio, sono ancora visitabili a Cannaregio. La casa, in Campo dei Mori, è quella che porta in facciata il bassorilievo del viandante con il cammello (la caxa del camélo, appunto), si dice appartenuta a una ricca famiglia di mercanti di sete e spezie provenienti dalla Morea, giunti a Venezia all’epoca di Marco Polo. La chiesa prediletta di Tintoretto è la Madonna dell’Orto, per la quale dipinse (gratis) varie tele di cui l’Adorazione del vitello d’oro e il travolgente Giudizio Universale. Tintoretto è sepolto lì, in maniera anonima, con una semplice lapide, nella stessa tomba della figlia Marietta.
Info:
arte.sky.it/tintoretto