BAGNACAVALLO (RA), venerdì 10 novembre ► (di Andrea Bisicchia) – Diceva Angelo Musco: “Cerca che trova“, una esortazione importante per chi fa lo spettatore di professione, anche perché cercare è un dovere nella giungla della drammaturgia contemporanea, tanto che è difficile confrontarsi con una miriade di spettacoli, in prevalenza con attori solisti, che, non sempre possono avere riscontri critici perché, spesso, irraggiungibili, muovendosi in circuiti periferici, anche se, parecchi di questi, arrivano in grandi città come Milano, ospiti del Franco Parenti, dell’Elfo e del Piccolo Teatro, per volontà di Claudio Longhi che, ad alcune Compagnie, offre, persino, la Residenza, mentre, a Roma, la sede ideale è quella del Teatro Basilica.
Da qualche anno, Accademia Perduta, cerca spettacoli, in questa giungla che propone in forma di Festival, come è accaduto con “Colpi di Scena. Sguardi sul Contemporaneo” che, in quattro giorni, ha proposto ben 19 spettacoli, con la partecipazione di un pubblico numeroso, oltre che curioso e di parecchi operatori teatrali. Si sono viste cose molto interessanti, di cui abbiamo riferito sulle pagine di questo giornale. Accanto a una simile realtà, ne va aggiunta un’altra che, con i suoi “Sguardi sulla drammaturgia contemporanea”, accompagna la programmazione ufficiale del Diego Fabbri di Forlì, del Masini di Faenza e del Goldoni di Bagnacavallo, con uno scopo ben preciso: coinvolgere il pubblico degli abbonati in una rassegna che dura tutto l’inverno e che permette a delle giovani compagnie di farsi conoscere, partecipando, in tante occasioni, anche a livello produttivo.
Ieri sera abbiamo visto, al Goldoni, “I CUORI BATTONO NELLE UOVA” della Compagnia LES MOUSTACHES, testo di Alberto Fumagalli che ha curato anche la regia insieme a Ludovica D’Auria. Non si è trattato di una sorpresa perché il Collettivo, nato a Bergamo nel 2019, si è fatto subito notare per una qualità intrinseca nei quattro spettacoli realizzati, a cominciare da “Il giovane Riccardo”, per continuare con “La difficile storia della vita di Ciccio Speranza” (2019) un successo inaspettato, con una lunga tournée che lo ha portato a Milano, al Teatro Elfo-Puccini, sono seguiti “L’ombra lunga del nano” (2021) e “I cuori battono nelle uova” (2023). Ciò che interessa portare in scena al Collettivo, sono personalità complesse, con storie di tristezze, di deformità, di sogni, il tutto come se fosse avvolto in un alone ombroso. È proprio l’ombra a rendere il nano, un gigante che gli fa riconquistare la forza del desiderio con cui riesce a salvare un matrimonio in crisi, ed è ancora l’ombra che permette, alle tre giovani partorienti, protagoniste dei “Cuori battono nelle uova”, a riflettere sul futuro, poco chiaro e, pertanto, ombroso, delle nuove generazioni. Le tre mamme, ciascuna a suo modo, sono molto timorose, anzi sono convinte che i loro figli sono condannati a vivere tra luci e ombre, le stesse che vediamo realizzate sul palcoscenico, completamente bianco, dove è collocata una grande culla, su cui scende un telo anch’esso bianco che nasconde una giostrina con figurine metalliche, che viene manovrata dalle tre attrici facendo corrispondere, a ogni movimento, delle ombre che diventano le proiezioni delle loro insicurezze.
Le attrici, che interpretano le mamme, Elena Ferri, Matillda Farrington, Grazia Nazzaro, bravissime, mostrano dei grossi pancioni, che sembrano delle uova, pronte per dare vita ai propri pulcini. I loro dialoghi non sono mai realistici perché il linguaggio, utilizzato da Alberto Fumagalli, tende alla sublimazione della realtà, puntando, decisamente, a una metrica che sa di poesia, con l’uso, a volte, delle rime alternate, soprattutto, durante i monologhi. Lo spettacolo ha coinvolto un pubblico attento e plaudente.
“I CUORI BATTONO NELLE UOVA”, di Alberto Fumagalli, anche regista insieme a Ludovica D’Auria. Debuttato al Teatro Goldoni di Bagnacavallo, prodotto da Les Moustaches, Società per Attori e Accademia Perduta/ Romagna Teatri
TOURNÉE. 10 novembre: Teatro Piccolo, Forlì – Dal 12 a 24 marzo 2024: Teatro Belli, Roma