(di Andrea Bisicchia) Perché Eloi Laurent, nel suo libro “Mitologie economiche”, Neri Pozza, è ritornato al mito per spiegare il successo della scienza economica? Forse perchè gli studi su un simile argomento hanno avuto, nell’ultimo ventennio, un impensabile successo, tale da occupare i primi posti nel campo della saggistica, come dimostrano i best seller di Stiglitz, Piketty, Deaton, Atkinson, ma anche del nostro Gallina. Il successo favorisce la popolarità, ovvero una credenza comune che, proprio perché tale, viene ritenuta degna di fede e, quindi, mitica.
L’autore, che è docente in varie università francesi ed inglesi, è convinto che l’economia sia diventata la “grammatica della politica”, tanto da condizionarne, non solo l’attività, ma anche il linguaggio, fino a farle raggiungere una specie di sottomissione nei suoi confronti, se non di un vero e proprio servilismo. In verità,oggi, la politica deve rispondere a un nuovo imperativo, che non è quello kantiano, bensì quello economico con i suoi apparati, con la sua lingua e con la sua retorica.
Non solo la politica, ma anche altre scienze, come quella antropologica o sociologica, ne subiscono il potere.
La globalizzazione ha travolto tutti gli schemi, la multidisciplinarità è diventata sempre più necessaria, costretta, com’è, a inquinare gli studi a vantaggio del nuovo mito, con i suoi racconti, con le sue leggende che alterano la credibilità della stessa scienza economica che sa ben inventare, ma che non sa risolvere i problemi perché diventa anch’essa succube di un altro mito, più complesso e nebuloso, che è quello della finanza. La politica è schiacciata da questi due miti, tanto da non riuscire più ad avere credibilità, perché incapace di progettare un futuro, contribuendo, così, a quel flagello sociale che è sotto gli occhi di tutti.
Per essa non esistono più tutele, lasciando i cittadini privi di certezze, condannati , come sono, a una perenne precarietà.
Come reagire alle mistificazioni economiche? Come trasferire il mito nella storia e, pertanto, nella società? Come non lasciarsi intrappolare dalla affabulazione economica? Laurent divide il suo lavoro in tre capitoli, con un prologo e un epilogo, mentre una serie di sottocapitoli rende più chiaro il suo ragionamento che attraversa la mitologia liberista, la mitologia social-xenofoba e quella eco scettica, per sostenere che il potere economico, essendo entrato nell’immaginario comune, è diventato un vero e proprio lasciapassare per l’occupazione dello spazio politico.
Sulla scia di Roland Barthes (“Miti d’oggi”), anche i miti economici e non più quelli oggetti di consumo, creano delle false credenze, degli incantesimi pericolosi a cui bisogna reagire con la forza della ragione, la sola che possa dare senso alla esistenza umana.
Eloi Laurent, “Mitologie economiche”
Neri Pozza editore 2017 – pp 130 – € 14,50