Tutto muta, anche l’uomo nella sua molteplicità. Solo il corpo sociale può salvare dall’ignoto e dall’isolamento

(di Andrea Bisicchia) Fino a che punto l’esistenza e il sapere sono vincolati da sistemi politici, economici, o da ideali? Perché questi sistemi sono diventati fonte di sofferenza? Dinanzi alle istituzioni “decrepite”, che sono incapaci di rinnovarsi, l’individuo non ha perso soltanto l’identità, come era avvenuto nel primo ventennio del novecento, ma ha subito una specie di “scomposizione” soggetta a forme diverse di cambiamento, che mettono in discussione persino il suo rapporto con la società.
Remo Bodei, nel volume “Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno”, Il Mulino, ha utilizzato una metodologia attenta a elaborare modelli teorici ed etici costruiti sulla metamorfosi di forme capaci di strutturare gli eventi, sostenendo che la coscienza è formata da una molteplicità di coscienze, nel senso che l’io non è soltanto una unità, bensì una pluralità che si esplica attraverso apparati formali diversi, come dire che, nel terzo millennio, la crisi del soggetto ha generato fragilità e declino, oltre che vulnerabilità e incertezza del futuro, tanto che l’individuo, consapevole della coscienza del limite, ha proiettato la sua esistenza, verso la ricerca dell’ignoto.
Bodei parte da un frammento hegeliano:”la contraddizione sempre crescente tra l’ignoto che gli uomini inconsapevolmente cercano e la vita che ad essi è offerta…” per approfondire una serie di riflessioni che hanno come oggetto i vincoli politici ed economici che, a loro volta, hanno reso questa contraddizione, sempre più consapevole, tanto che il rifugiarsi nell’ignoto va inteso come ricerca di un mondo nuovo, la cui attrazione, lo pone in un contesto di limiti non sempre superabili, oltre che nella condizione di commettere delle scelleratezze pur di raggiungere una vita migliore, fatta di nuove prospettive, nuovi bisogni, nuove forme di lusso e di piacere.
L’ignoto va inteso, pertanto, come l’indeterminato, essendo il mondo in continua trasformazione, proprio perché tutte le cose della Natura tendono al mutamento che, a sua volta, genera lacerazioni prodotte dallo sforzo progressivo della volontà di crescita.
Sia l’ignoto che l’indeterminato non hanno nulla a che fare con la metafisica che, in tutte le epoche di crisi, perde il suo stesso significato, ovvero quello di riconnettere l’uomo col tutto.
Al contrario, l’individuo di oggi, proprio perché “scomposto”, avverte il senso dell’abbandono e dell’isolamento. Per dargli fiducia, secondo l’autore, è necessario risanare il corpo sociale, utilizzando le energie umane che oggi appaiono oppresse e inutilizzate. Il tutto, ovvero l’universale, va ricondotto al particolare, a quelli che sono i bisogni necessari. Nel capitolo secondo, il cui titolo è: “Dramatis personae”, Bodei va alla ricerca della nuova funzione dell’intellettuale che ha bisogno della moltitudine per svolgere quelle attività che dovrebbero orientare la condotta della collettività. Come portatore dell’opinione pubblica, l’intellettuale deve inserirsi nella società per indicare i sentieri di una vita migliore, quella della condivisione.

Remo Bodei, “Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno” – Il Mulino 2016 – pp 450 – € 30.