MILANO, mercoledì 18 gennaio ► (di Paolo A. Paganini) Tutto quello che dell’opera di Thomas Bernhard (1931-1989) si poteva vedere, l’abbiamo visto. Leggere tutto quello che il prolifico e tormentato scrittore austriaco ha scritto (21 copioni, 18 romanzi, 4 raccolte di racconti, poesie in ordine sparso) sarebbe stata un’impresa titanica. Ma alcune sue produzioni letterarie sono irrinunciabili. Comunque, la nostra parte di spettatori l’abbiamo onestamente rispettata. Abbiamo visto: “Alla meta” (’99), due allestimenti di “Il teatrante (2005 e 2012), “Ritter, Dene, Voss” (1992 e 2008), “Il riformatore del mondo” (2005), “La brigata dei cacciatori” (2003), “L’ignorante e il folle” (1985 e 2008)…
E “L’apparenza inganna” (un testo del 1983), che vedemmo una prima volta nel 2002 (Lombardi – Tiezzi) ed ora all’Out Off, con Roberto Trifirò (anche regia) e Giovanni Battaglia.
Consapevole della propria vocazione di “disturbatore della pubblica quiete”, irrispettoso, irritante talvolta fino alla noia, offensivo, ferocemente critico, Thomas Bernhard per tutta la vita ha dovuto fare i conti con minacce e querele, pubbliche e private, Stato austriaco compreso, da lui odiato fino a lasciar scritto in punto di morte: “Nulla, né di quanto pubblicato da me stesso in vita, né del mio lascito, ovunque esso si trovi, potrà essere rappresentato, stampato o soltanto letto in pubblico… all’interno dei confini dello Stato austriaco… per sempre“.
Chiaro?
Non ci stupiremo, dunque, se questo nuovo allestimento di Trifirò (un’ora e 40 senza intervallo) è una specie d’impantanante morta gora, come metafora della vita, dove i personaggi sprofondano in una noia, ora accidiosa, ora rancorosa, ora distaccata, senza speranza d’un futuro, senza acquietanti dolcezze del passato, dove anche i ricordi si fanno algidi e fastidiosi. In questo molliccio presente si muovono due anziani fratelli in pensione, Karl, famoso giocoliere (fino a esibizioni con ventitré piatti), ora gran lettore di Voltaire e di Pascal, ed appassionato di musica; e Robert, un vecchio attore ormai con poca memoria, ma che continua a sognare un impossibile “Re Lear”.
Vivono in una sospensione di attaccaticce abitudini, di monotone giornate, intervallate, due volte la settimana, il martedì e il giovedì, dalle visite – odiatissime – che si scambiano nelle rispettive cadenti abitazioni. Due giornate che vengono vissute come una condanna, necessaria alla loro sopravvivenza, dopo la recente morte di Mathilde, la moglie di Karl. Due giornate, tra pochi scambi di battute e di rinfacciati rimproveri, che si risolvono in un interminabile gioco di monologhi, specie da parte del più spigliato ed insofferente Karl, mentre Robert, sempre in ritardo, intimidito e annoiato, ascolta in una rassegnata attesa del nulla. In realtà, la loro disaffettiva presenza, sembra soltanto uno scudo protettivo, ciascuno per proprio conto, distaccati e indifferenti l’uno all’altro, disprezzandosi a vicenda (Karl: “In un certo senso gli attori sono degli idioti”, e Robert pensa che fra loro due ci sia una cortina insormontabile). Nessuno dei due insomma stende una mano di affettuosa comprensione, di aiuto reciproco.
In questo cantico della noia, come fatale espressione della vita e come protagonista assoluta del dramma di Bernhard, Trifirò cerca di vivacizzare l’ostico testo con una specie di nevrosi scenica, accentuando alcuni caratteri esteriori della propria recitazione, quasi un istinto di salvezza in un mare di ineluttabili sbadigli. Spesso ci riesce. Altre volte si dibatte in eroici tentativi, che non riescono minimamente scalfire il muro di gomma che gli oppone Giovanni Battaglia, che di più non potrebbe, per necessità di ruolo, lui rassegnato e vinto dalla vita, l’altro ancora irruento e orgoglioso di essersi salvato con l'”arte del varietà”.
Lo spettacolo non va oltre la curiosità di conoscere questo testo di Bernhard, che rimane tuttavia come un gioco esasperatamente intellettualizzato, e potrà anche piacere se visto in quest’ottica. Chi si aspetta un piacevole e onesto divertimento, se lo scordi. Si replica fino a domenica 12 febbraio.
“L’APPARENZA INGANNA”, di Thomas Bernhard, regia Roberto Trifirò – con Roberto Trifirò (Karl) , Giovanni Battaglia (Robert) – scene e costumi Veronica Lattuada. Repliche fino a domenica 12 febbraio. Teatro Out Off, via Mac Mahon 16, Milano.
www.teatrooutoff.it