
Milano. Gli interpreti di “Mattia. A Life Changing Experience”, di Bruno Fornasari, al Teatro Filodrammatici
(di Paolo A. Paganini) I classici broccoli stanno alla merenda come “Mattia, A Life Changing Experience”, di Bruno Fornasari, sta al “Fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello. Una sbilenca stranezza già nel titolo, d’inevitabile snobismo anglofilo, per me assolutamente incomprensibile, specie dopo che, per anni e anni, in passato, il cartellone del milanese Teatro Filodrammatici ha vantato gloriosi spettacoli d’autori italiani più o meno contemporanei senza bisogno di ammiccamenti alla perfida Albione. Un’altra stranezza sta nella pubblica manifestazione di giubilo, in scena, prima dello spettacolo, dove attori, amici, parenti e conoscenti hanno brindato al successo di questo nuovo debutto del Filodrammatici. Festeggiare prima in genere porta male. Ma la giovane e simpaticissima compagnia, oltre a essere brava e generosa, sfida anche il rischio di tragici eventi.
E qui, bisogna dire ch’è andata benissimo, anche se si poteva tranquillamente lasciare in pace Pirandello e fare di testa propria. La commedia, un atto unico di un’ora e mezza, dove la leggerezza delle battute ha il sopravvento su alcune scene di particolare intensità drammatica, gode infatti di una sua autonoma e svincolata libertà espressiva e drammaturgica. Anche troppo libera. La lunga scena della “manualità” anale, per esempio, Fornasari, anche regista, poteva risparmiarcela. Per il resto tutto fila via con irresistibili momenti di complice felicità che meglio non si sarebbe potuto.
L’azione è soprattutto incentrata sulla coppia d’attori Tommaso Amadio e Valeria Perdonò, che interpretano i personaggi marito e moglie, l’uno, il Mattia, più scriteriato che briccone, mangiasoldi (soprattutto altrui) senza sale in zucca,dilapida se stesso e la felicità familiare, tanto da scappare vigliaccamente e rifarsi una vita altrove, dopo aver simulato un tragico annegamento. La moglie, annoiata ed esasperata, più che vedova affranta, saprà consolarsi con l’amico. Brava, ha intensità drammatiche assolutamente eccezionali. Sia l’uno che l’altra, Amadio e la Perdonò, hanno una singolare e carismatica presenza. Fra i due s’impone, per una simpatia comica proporzionale alla stazza, Matthieu Pastore, e a ruota seguono, un po’ in ombra per questioni di distribuzione, Marta Belloni e Michele Radice. Formano tutti e cinque un insieme attoriale che mi sembra proprio che rinnovellino i fasti teatrali del Filodrammatici di quarant’anni fa. E non è poco. Applausi entusiastici alla fine per tutti.
“Mattia: A Life Schanging Experience”, di Bruno Fornasari, anche regia. Al Teatro Filodrammatici, Via Filodrammatici 1, Milano. Repliche fino a domencia 9 marzo