Un meraviglioso calderone di foto al Palazzo della Ragione per raccontare ai visitatori dell’Expo settant’anni d’Italia

collage mostra fotoMILANO, venerdì 20 marzo   
(di Patrizia Pedrazzini) È bella, l’Italia. Chi mai oserebbe sostenere il contrario? Se tutto va bene, è il Paese più rappresentato del pianeta. Da Goethe e da Stendhal in avanti, poi, non una meta, ma la meta di chiunque abbia avuto nel cuore l’arte, la poesia, la grazia, la bellezza, il calore del sole. Per non parlare delle differenze e delle diversità – paesaggistiche, culturali, sociali, etniche, culinarie e chi più ne ha più ne metta – che faranno sì, messe insieme, un po’ di confusione, ma che fanno anche, di questa stessa confusione, la caratteristica prima di un Paese sicuramente unico al mondo.
Può, tutto questo, essere ben rappresentato da una mostra di fotografie?
Al Palazzo della Ragione di Milano ce l’hanno messa tutta per riuscirci. Si chiama “Italia Inside Out”, e sono praticamente due mostre in una: la prima, “Inside” (dal 21 marzo al 21 giugno) riservata a come grandi fotografi italiani (42, per la precisione) hanno visto e rappresentato l’Italia dal secondo dopoguerra ai giorni nostri; la seconda, “Out” (dal 1° luglio al 27 settembre), dedicata a come altrettanto è stato fatto da eminenti maestri stranieri. Un progetto a dir poco ambizioso, o, come lo ha definito la stessa curatrice, Giovanna Calvenzi, “ai limiti dell’arroganza”. Certo una cosa non da poco, anche solo considerando il numero delle fotografie esposte: oltre 250, in bianco e nero e a colori, di tutte le dimensioni, solo per quanto riguarda la prima parte.
Il risultato? Un gran calderone pieno di scatti bellissimi, più struggenti e retrò quelli in bianco e nero, più patinati e “da cartolina” quelli a colori, che faranno la gioia dei milioni – si spera – di turisti stranieri dei quali a Milano si attende l’invasione per l’imminente Expo. I quali potranno, al Palazzo della Ragione, ammirare, se non tutto, quasi tutto quello che di questo Paese vorranno ammirare. Gli scavi di Pompei e la Milano dei Navigli; Venezia e le bambine povere di Palermo; il terremoto de L’Aquila e il Delta del Po; la grande bellezza di Roma e le donne sarde ammantate di nero; i bambini soli di Pioltello e i ritratti dei “grandi” italiani; le strade di Barlassina e le Tre Cime di Lavaredo (però i veri “teatri di guerra”, magari meno Patrimonio Unesco, sono stati altrove); e Torino, Genova, Modena, Bologna, Firenze; e il magma dei vulcani del sud, e i grattacieli della nuova Milano.
Un viaggio? No. Troppo confuso. Troppo mischiate e accavallate le sue tappe. Meglio parlare di 42 mostre individuali, in ognuna delle quali ogni fotografo esprime, e ritrae, ciò che più lo avvince e lo colpisce – la storia, il paesaggio, lo sviluppo di una città, uno stereotipo, una speranza, un dramma – e assemblate in un unico percorso espositivo (non sarà dunque un caso se l’allestimento della mostra, firmato Peter Bottazzi, consiste in una sorta di lungo convoglio composto da diverse carrozze) che costringe il visitatore a spostare l’attenzione da una visione all’altra, da un genere all’altro, da un’Italia a un’altra.
Ai milioni – si spera – di turisti stranieri affamati del Bel Paese piacerà senz’altro molto.

“Italia Inside Out”, Milano, Palazzo della Ragione, fino al 21 giugno la prima parte (la seconda, dal 1° luglio al 27 settembre).
www.palazzodellaragionefotografia.it