MILANO, giovedì 6 novembre ► (di Emanuela Dini) Il libro è stato un best seller e un caso editoriale quasi senza precedenti. “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, di Mark Haddon, ha dominato le classifiche mondiali raccontando, come in un giallo, le peripezie che Cristopher, quindicenne autistico, affronta quando si mette in testa di scoprire chi ha ucciso con un forcone il cane dei vicini.
L’insegnante gli propone di scrivere un libro sulla vicenda e l’indagine presto si dilata e assume contorni ben più vasti e drammatici, diventando una sfida esistenziale e scoperchiando verità difficili e scomode per chiunque, figuriamoci per un ragazzino che si relaziona in maniera complicata con la vita e con gli altri.
Dal romanzo di Haddon è stato tratto uno spettacolo teatrale, attraverso la riscrittura di Simon Stephens, che ha fatto man bassa di premi, vincendo nel 2013 sette Laurence Oliver Awards (il più importante riconoscimento teatrale inglese, assegnato dalla The Society of London Theatre) e quattro Tony Awards (l’equivalente teatrale del premio Oscar, il più prestigioso riconoscimento teatrale americano) a New York.
Rimanendo in tema di sfide, chapeau al duo Bruni-De Capitani che ha trasportato sul palco dell’Elfo quella che nella produzione inglese era un kolossal dagli effetti speciali, con tanto di vera metropolitana in scena, riuscendo a mantenere inalterato – e anzi, a enfatizzare con tatto e poesia – il turbamento, la delicatezza, il travaglio interiore e l’affacciarsi al mondo di Cristopher e il suo modo di entrare in contatto con chi gli sta intorno. Distillando e depurando gli effetti speciali inglesi e regalando uno spettacolo essenziale, elegante e rigoroso dove sono tanti i linguaggi – recitazione, musica, video, disegni – che dialogano insieme.
Una scena bianca e vuota, tre maxi schermi che si animano con i disegni di Ferdinando Bruni e i video di Francesco Frongia, le pagine del libro che Cristopher sta scrivendo appese ai teloni degli schermi, cubi di legno che si spostano su ruote e diventano di volta in volta banchi scolastici, trampolini al mare, vagoni ferroviari: sono la cornice di uno spettacolo di due ore e mezza, con intervallo di dieci minuti, che tocca tutte le corde dell’emotività, arrivando a commuovere facendo sorridere, fino alla grande conquista finale di Cristopher che, quasi incredulo, si domanda: “Ma allora sono capace di fare le cose…”
Sarebbe tutto da raccontare, scena per scena, ma ci piace segnalare alcuni tra i momenti più toccanti, come il lento avvicinarsi delle mani e il momento di conquista quando arrivano a sfiorarsi (gli autistici non amano essere toccati e anche l’abbraccio di una madre li infastidisce), la scena del bagno al mare in Cornovaglia, dove una girandola colorata e una musica sorniona ti trasportano in spiaggia, o l’agghiacciante monologo in chiusura del primo atto, quando il padre dolente e sconfitto non riesce a entrare in contatto col figlio, muto e raggomitolato.
Straordinariamente bravi gli attori, a partire dal giovanissimo Daniele Fedeli (Cristopher) che riproduce con un rigore scientifico le movenze, gli atteggiamenti, il nervosismo e le angosce dell’autismo, Elena Russo Arman, l’insegnante che tutti noi avremmo voluto avere, Davide Lorino, il padre travolto dall’amore e responsabilità, Alice Redini, la madre straziata dalla sua inadeguatezza e sensi di colpa.
Uno spettacolo corale, armonioso, rispettoso, potente. Che è stato giustamente premiato da applausi trionfali di una platea gremita in gran parte da ragazzi e ragazze, che avranno avuto sì e no 20 anni.
“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, di Simon Stephens, dal romanzo di Mark Haddon. Regia Bruni-De Capitani. Con Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Alice Redini, Debora Zuin, Nicola Stravalaci, Daniele Fedeli, Davide Lorino, Marco Bonadei, Alessandro Mor. Repliche fino al 13 gennaio 2019 (speciale 31 dicembre, spettacolo+party e brindisi di mezzanotte) – Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires 33, Milano – tel. 02 00 66 06 06