(di Andrea Bisicchia) Le storie del teatro, per lungo tempo, si sono caratterizzate per lo spirito enciclopedico e per una metodologia di carattere storicistico. In anni recenti sono state oggetto di studi monografici che rispecchiavano gli Atenei nei quali venivano concepite. Mi riferisco ai volumi pubblicati da Laterza e alla “Storia del teatro moderno e contemporaneo”, curata da Roberto Alonge e da Guido Davico Bonino, per Einaudi, caratterizzata da continui attraversamenti con altre discipline.
L’editore Carocci ha appena pubblicato una nuova e diversa “Storia del teatro”, a cura di Luigi Allegri, che rispecchia la sua idea di ricerca che alterna il metodo storico con uno multidisciplinare, che interseca, a sua volta, argomenti di indagine e di esplorazione con altri campi dello spettacolo, non per nulla il sottotitolo è: ”Le idee e le forme dello spettacolo dall’antichità a oggi”.
Allegri ha affidato il lavoro a un’equipe di ricercatori e studiosi che, seguendo le sue linee guida, ci offrono una storia del teatro che arriva ai giorni nostri, arricchita con un lungo capitolo dedicato ai teatri in Asia, con una riflessione sia sull’estetica che sulla trattatistica contenuta, per esempio, nel Natyasastra, compendio dell’arte recitativa dell’India classica, sia su altri codici che, non solo fissano, ma che ne trasmettono il sapere,come, del resto, fanno i trattati di Zeami. Fondamentali i capitoli dedicati al teatro delle marionette, tanto caro ad Allegri.
Il volume è diviso in due parti, la prima è fondata sulla “Storia”, la seconda sui “Percorsi” che non sono altro che un approfondimento, con occhi diversi, dei capitoli precedenti e che si caratterizzano perché più legati a strutture e modelli che coinvolgono lo spazio scenico, quello del corpo, quello visuale, ma anche la metodologia, non più e non solo fondata sulle rappresentazioni, ma anche sull’organizzazione e sulla produzione, argomenti scottanti, dei quali, sia chi studia, sia chi esercita il teatro non può fare a meno. Il taglio trasversale permette, quindi, al lettore e allo studente di addentrarsi in un nuovo concetto di teatralità, con i suoi canoni formativi, con le discontinuità che si verificano all’interno, con gli eclissi e i ritorni, con le persistenze e le dissoluzioni degli stessi canoni, soprattutto nel teatro della contemporaneità, dati i suoi innumerevoli rischi, i suoi molteplici conflitti tra il reale e l’immaginario, tra forme codificate e forme estreme, come accade nel teatro di Castellucci, della Dante, della Liddell, di Jean Fabre o dell’africana Robyn Orlin, forme non più di sperimentazione, ma di vera e propria rifondazione, grazie all’intreccio di linguaggi artistici diversi che vanno oltre il testo, per orientarsi verso la videoscrittura e, quindi, verso le arti visive, dentro le quali, il performer ricerca nuove ritualità che hanno, spesso, un rapporto intrinseco con il teatro delle origini.
C’è da chiedersi, semmai, se il teatro che attraversa l’arte figurativa o visuale sia davvero qualcosa di diverso. Allegri conosce bene queste problematiche, le sue indicazioni sono state precise, anzi sono andate oltre, perché ha voluto che si affrontasse anche il tema del teatro come “prodotto” da immettere nel mercato, con la consapevolezza, quindi, di offrire a chi studia la possibilità di scegliere una branchia del sapere che, sebbene condensata in un capitolo, possa essere oggetto di scelte professionali.
Il “prodotto” a cui egli fa riferimento è un prodotto immateriale, ma che segue le logiche del marketing e dell’economia di mercato e non più quelle dell’impresariato di una volta. Nelle strutture e nei modelli indicati da Allegri c’è la visione dello studioso che ha fatto dell’Università di Parma, nella sua facoltà di Storia del Teatro, un punto di riferimento per tanti giovani allievi e studiosi.
Per chi volesse integrare il materiale assemblato nel volume, consiglierei anche un’altra pubblicazione, sempre curata da Allegri, per lo stesso editore, uscita contemporaneamente: “Il teatro e le arti. Un confronto tra i linguaggi”, dove i problemi affrontati sono quelli del rapporto tra teatro e letteratura, tra teatro e arti figurative, tra teatro e musica, tra teatro e danza, tra teatro e cinema, confronti che testimoniano come il teatro, pur essendo un evento costruito sull’azione, sul movimento, sulla visività, non è distinguibile dalle altre discipline con le quali si confronta e delle quali possiede le medesime energie.
Luigi Allegri (A cura di), Storia del Teatro. Le idee e le forme dello spettacolo dall’antichità a oggi“ – Carocci Editore 2017 – pp 492 – € 42