Un’affascinante “eresia”, sotto la torre del Filarete, con una “tribù” di 250 adolescenti. E tutto diventa un coro di felicità

COLLAGE ERESIAMILANO, mercoledì 22 luglio ♦ 
(di Andrea Bisicchia) Ho assistito, nell’ambito della Rassegna: “Da vicino nessuno è normale”, organizzata da Olinda, a uno spettacolo ideato da Marco Martinelli e Ermanna Montanari, per il Teatro delle Albe di Ravenna, dal titolo alquanto emblematico : “Eresia della felicità”, che rimanda al verso di un’ottava del Boiardo, diventato oggetto della “non rappresentazione”. L’orario, ore 18,30, non sembrava dei più propizi, vista la calura estiva, ma dopo un quarto d’ora, in una arena, ideata nel fossato della torre del Filarete, il pubblico si è lasciato affascinare dalla poetica di Martinelli che, pur appartenendo al “teatro dell’improvvisa”, se ne distacca per il carattere sociale, oltre che didattico.
Lo spazio scelto è quello della drammaturgia del coro, tanto cara al mio maestro Mario Apollonio, realizzata da 250 ragazzi provenienti da molte città italiane e straniere che si lasciano guidare da uno speciale capocomico che suggerisce loro i toni, i movimenti, le azioni, ricorrendo sia all’ottava del Boiardo, che contiene il concetto di felicità, sia a dei frammenti della giovane produzione poetica di Majakovskij.
I versi dei due poeti, diventano un pretesto per costruire un “non-spettacolo” corale , concepito come un “non-luogo”, alla stregua dell’antropologo Marc Augé, tanto che l’approccio di Martinelli, a una simile materia, può avere un riscontro di tipo antropologico. Non per nulla, proprio all’inizio, rivolgendosi ai “non attori” , dopo aver chiesto i loro nomi, che ripetevano coralmente, con delle invenzioni gestuali, dice loro: “Ricordatevi che siete una tribù”.
Come è noto, l’antropologia classica è quella che ha lavorato sulle tribù, Martinelli indaga, con i mezzi dell’antropologia teatrale, i comportamenti di tanti giovani che, pur provenienti da “non –luoghi” diversi, hanno in comune la ricerca della dimensione onirica e del giuoco, come simbolo del mondo. La struttura circolare, tipica della creazione a cielo aperto, rimanda a quella rituale, all’intrattenimento collettivo, mentre i giovani, in rigorosa magliettina gialla, seguono le indicazioni del maestro, utilizzando ciascuno il proprio dialetto, per intonare un inno alle molteplici declinazioni del termine “felicità”.
Il pubblico, assiepato sull’erba in declino del fossato, si lascia affascinare e applaude a ogni “numero” inventato dai giovani allievi, fino a lasciarsi trasformare in “testimone” di un evento laboratoriale non consueto, che si può vedere fino a domenica 25 Luglio.

ERESIA DELLA FELICITA’, di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, al Castello Sforzesco di Milano. Ore 18.30 (Ingresso gratuito).