Uno spazio senza tempo per il “Richard II” con la Crippa a Verona. Come un’ideale scacchiera per il gioco dei potenti

“Riccardo II”, di Shakespeare. Da sin. in primo piano: Graziano Piazza, Maddalena Crippa, Alessandro Averone (foto Paolo Porto)

VERONA, venerdì 7 luglio ► (di Andrea Bisicchia) Lo spazio scenico costruito da Peter Stein, con la collaborazione dello scenografo Ferdinand Woegerbauer, per il “Riccardo II” che ha debuttato, in prima nazionale, al Teatro Romano di Verona, la cui programmazione, oculata nelle scelte e nei costi, è sempre opera di Gianpaolo Savorelli, è alquanto spoglio, essenziale, perché il regista lo ha inteso più come spazio della parola che dei sentimenti contrastanti dei protagonisti. È volutamente geometrico, alla Mondrian, in bianco e nero, colori concepiti come forme oppositive, così come lo è il potere in tutti i tempi. Prevale, quindi, nelle intenzioni del regista, l’elemento geometrico che, nel caso del Riccardo II, è quello della scacchiera, dove si muove “il gioco dei potenti” di strehleriana memoria. È un gioco fatto di scontri verbali e fisici, di lotte intestine, di duelli, di tradimenti, di cospirazioni.
Il potere, sembra volerci dire il regista, è sempre lo stesso e ubbidisce a delle regole inconsce.
Ecco il motivo per cui Stein ha scelto una cornice bianca che si estende per tutto il palcoscenico che inquadra un sipario nero, da dove, ad aperture di porte invisibili, arriva un trono di legno e, con esso, l’intrigo ardito dalle gerarchie che gli girano intorno come tafani impazziti. Uno spazio senza tempo, quindi, con pochi elementi scenici, sgabelli, corazze, lance da tornei, con una scalinata che non si vede, dove salgono e scendono i protagonisti, come a simboleggiare il sali e scendi degli uomini di potere che, nel nostro caso, è quello che segue il trapasso dalla regalità medievale, quando il sovrano era unto dal Signore, a quella rinascimentale, quando il sovrano deve assumersi il compito di governare e amministrare come uomo tra gli uomini.

Maddalena Crippa nella parte di Richard II (foto Paolo Porto)

Lo spettatore si dovrebbe trovare dinnanzi alla lotta intrapresa dall’ultimo erede dei Plantageneti, che cederà lo scettro a Enrico IV di York e che fa intravedere, già, la guerra delle Due Rose.
A Stein, la storia degli eventi raccontati nel Riccardo II interessa ben poco, avendo egli lavorato sul significato di legittimità e illegittimità del potere, ovvero fino a che punto un sovrano legittimo debba o possa essere sostituito da un sovrano illegittimo.
Sappiamo che Riccardo II ha governato in forma alquanto tirannica, che non ha mai lesinato le sue contraddizioni, e che ha, persino, accettato di essere sostituito per evitare uno spargimento di sangue, ma tutto questo è come accennato dal regista, perché quello che conta, per lui, è la scacchiera del potere, dove i protagonisti  si scontrano quasi mossi da una necessità tragica. Scelta questa interpretazione, gli attori l’hanno seguita fino ad annullare il carattere dei personaggi per evidenziare ciò che essi rappresentano.
Il Riccardo II della Crippa si caratterizza, pertanto, per un sbrigativo rapporto col suo futuro rivale, non evidenzia i caratteri assoluti del sovrano, ma quelli più razionali, accentuati da una vocalità non naturalistica, attenta a far cogliere il messaggio della” sua” idea di potere; non è da meno l’Enrico IV di Alessandro Averone, anch’esso alquanto pratico nell’amministrare un potere raggiunto col dolo. Molto pacato Paolo Graziosi, più ribelle Graziano Piazza. Tutti attenti a non fare emergere la profondità dei sentimenti. Dinnanzi ad una scelta registica portata fino in fondo, non si può essere che d’accordo o in disaccordo, ciò che conta, in una rappresentazione, è l’idea e la sua  dimostrazione scenica.
Prima dell’inizio dello spettacolo (circa tre ore) è stato consegnato dal nuovo sindaco di Verona il prestigioso “Premio Simoni alla carriera” a Gabriele Lavia: Alla fine, il pubblico del Teatro Romano esaurito, ha tributato calorosi applausi al regista e alla numerosa Compagnia.

Riccardo II di Shakespeare, con Maddalena Crippa. Regia di Peter Stein. In scena al Teatro Romano di Verona in “prima” assoluta. Repliche: solo sabato 8 luglio.